Pescara del tronto
La storia di Pescara del Tronto, come del resto quella di quasi ogni città e comune della penisola italiana, è fatta risalire all’epoca romana.
Gli storici Gabrielli e Persichetti, nello studio “Territorio di Ascolum in Età Romana” riportano la presenza di ruderi, accertati già in quell’epoca, in località “campi di sotto”, ovvero nel territorio adiacente alla valle del Tronto, e compreso tra l’attuale frazione di Pescara del Tronto e quella di Grisciano, nel comune di Accumoli. Questi ruderi sembrano essere appartenuti al villaggio romano denominato “Ad Martis”, il cui nome si riferisce, ovviamente, al Dio della guerra della mitologia romana.
Che il villaggio sia esistito in zona è sicuro, ne abbiamo testimonianza e rappresentazione nella Tabula Peuntigeriana, una sorta di primitiva carta geografica di epoca romana, arrivata a noi in una copia del XII-XIII secolo, che rappresentando le vie militari dell’Impero, traccia tutto il territorio limitrofo alla via consolare Salaria.
Insieme ad “Ad Martis”, nella stessa Tabula, troviamo anche il più grande villaggio dell’antica Seurpicanum, situato più a valle del fiume Tronto e da cui sarebbe poi disceso l’abitato medioevale di Arquata.
Durante questi studi, e sempre secondo il Gabrielli, furono effettivamente rinvenuti, nell’odierno territorio di Pescara, ruderi appartenenti all’antica strada consolare. In alcune abitazioni del paese furono anche trovati reperti archeologici, nello specifico delle pavimentazioni di origine romana.
Secondo il Liber Cronichus, testo conservato nella chiesa parrocchiale di Pescara del Tronto, lo stesso edificio di culto che lo ospita ha, invece, origine medioevale, e fu costruita ad opera di Cavalieri dell’Ordine dei Templari, che, tornando a Roma da Gerusalemme, e diretti verso il territorio piceno, l’edificarono.
La chiesa è, infatti, dedicata alla Santa Croce, e custodisce, come preziosissima reliquia, una croce astile di arte orafa umbro-sabina, probabilmente risalente al XIII secolo.
I cavalieri templari custodirono la chiesa fino allo scioglimento del loro Ordine; in seguito, la sua custodia fu probabilmente demandata a successivi ordini cavallereschi fino al 1857, anno in cui la chiesa venne ceduta ufficialmente al vescovo di Ascoli, Carlo dei Conti di Belgrado, con scrittura ufficiale firmata a Roma dal Balì Alessandro Borgia.
Nell’edificio attuale sono confluite, in realtà, due diverse chiese, quella vera e propria dedicata alla Santa Croce, e la cappella adiacente della Madonna del Soccorso, patrona e protettrice del paese. L’edificio di culto sorge proprio al centro dell’abitato e, come tutte quelle di origine templare, ha la facciata rivolta ad est, verso Gerusalemme ed il sole che sorge, simbolo di rinascita continua.
Come già detto, l’Antica via consolare Salaria è stata il fattore decisivo per la nascita del paese, ed essa, come era bene visibile fino al primo dopoguerra e alla costruzione dell’attuale via moderna, attraversava al centro l’abitato, tra possenti porte d’accesso.
Caratteristica essenziale del paese sono le viuzze anguste e stipate di casette con ballatoi, archi, grandi architravi, che vanno a formare scorci pittoreschi, che non hanno mai perso il loro carattere medioevale.
Un altro tratto distintivo importante del borgo è la presenza sugli stipiti in pietra delle porte e delle finestre, ma anche sui certi chiavistelli di ferro, piatti ed arricciati all’estremità a guisa di foglia, di numerosi monogrammi ed incisioni recanti simboli e disegni di origine medioevale e di diverso significato.
Uno dei più diffusi, come anche in altre zone dell’Italia centrale, è il trigramma IHS, Iesus Hominum Salvator, reso popolare dalle predicazioni di San Bernardino da Siena, ed adottato poi come emblema dalla Compagnia di Gesù. Nel borgo sono inoltre presenti numerose scritte in latino di origine medioevale.
La storia della frazione di Pescara del Tronto seguì, dall’epoca comunale, la storia del Comune di Arquata, ed il paese fu quindi, assieme al suo capoluogo, assoggettato alle diverse dominazioni del susseguirsi delle vicende storiche. Fu parte dello Stato Pontificio, talvolta sotto il dominio del Ducato di Norcia e Spoleto, talvolta sotto quello del Vescovo di Ascoli, si erge, da sempre e per giunta, sulla zona di confine con il Regno dei Borboni a sud, marcato proprio dal corso del fiume Tronto.
La dominazione Napoleonica fu breve, e rese Arquata, con la sua Rocca, un avamposto per una legione di soldati; poi arrivò quella piemontese, che portò infine all’Unità d’Italia.
Con la divisione in Regioni e l’Istituzione della Repubblica, la frazione di Pescara del Tronto ha iniziato a far parte del Comune di Arquata del Tronto, nella Provincia di Ascoli Piceno, nella regione Marche, in una zona centralissima della penisola italiana, proprio al crocevia di quattro Regioni, che in pochi chilometri intersecano i loro territori: le Marche, l’Abruzzo, il Lazio e l’Umbria.
Il territorio
Il borgo, situato nell’alta valle del Tronto, sorge sulle alture a sinistra del corso dell’omonimo fiume, circondato prevalentemente da zone boschive e tratti di aree utilizzate per il pascolo di piccole greggi. La fauna che popola il suo circondario è costituita da varie specie di animali selvatici tra cui, in maggior numero, i cinghiali, che hanno avuto un incremento di crescita a seguito di un’operazione di ripopolamento. Vi è, inoltre, la presenza del picchio, del falco pellegrino, della lepre, del gatto selvatico, del tasso, dello scoiattolo, del riccio, della volpe e della donnola.
Geografia
Pescara del Tronto e l’intero comune di Arquata del Tronto hanno la caratteristica di avere un territorio a cavallo tra due parchi nazionali: il Parco nazionale dei Monti Sibillini e il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga.
Storia
L‘origine e la fondazione del primo insediamento di questo borgo sono riconducibili allo spostamento di piccole comunità provenienti dalle zone della riviera che, per sottrarsi ai saccheggi, risalirono i corsi d’acqua, tra cui il fiume Tronto, e si stanziarono tra i monti, scegliendo un’ubicazione che garantiva maggiore sicurezza.
Il paese acquistò rilevanza a seguito del passaggio della Salaria, via consolare costruita dagli antichi romani per collegare la città di Roma con il mare Adriatico generando un canale commerciale per il traffico ed il trasporto del sale.
Con la presenza della strada arrivarono anche i pericoli e fu allora che gli abitanti protessero le loro case cingendo di mura il piccolo borgo. La possibilità di accesso all’interno dell’incasato era regolata da una porta che restava aperta durante il giorno e chiusa di notte. Di questo ingresso oggi ne rimane solo la memoria della via del Portone.
Fra i vicoli del paese, su alcuni architravi delle porte delle abitazioni più antiche si scorgono stemmi e date. In uno, di forma circolare, si notano scolpite in bassorilievo un paio di forbici poste al centro della data 1410, probabilmente il piccolo stabile fu la bottega di un sarto o di un tosatore di pecore.
Un altro architrave mostra la data 1550 ed un altro ancora una scritta in dialetto dal significato sconosciuto.
Lo stemma più antico è sicuramente il cristogramma che reca la sigla medioevale IHS, grafema del nome di Gesù, scalpellato al centro di un cerchio. Questo è il trigramma di San Bernardino da Siena, diffuso dallo stesso frate appartenente all’ordine dei minori francescani, nel XV secolo, che è passato anche in questo luogo.
Si dice anche:
che le origini di Pescara del Tronto sono molto antiche. Si ritiene che prima del 1000 esistesse un paese dietro il colle che oggi noi chiamiamo “l’erta” e che prima si chiamava Colle Fiorito. Questo venendo in lite con un borgo vicino, perse la lotta e gli abitanti fuggirono, alcuni verso l’attuale Pescara, altri verso l’attuale Spelonga.
Il primo insediamento fu di caprai, i quali con il passare degli anni formarono un agglomerato di famiglie.
Furono costruite due cappelle, una gentilizia e una plebea, le quali più tardi furono riunite dai padri Templari.
Questi avevano costruito un ospedale, chiamato Lazzaretto, dove facevano tappa i Crociati che passavano per andare a liberare il Santo Sepolcro.
Toponimo
Il nome “Pescara del Tronto” deriva dall’unione di due termini: “Pescara” da “Pescaia”, luogo in un fiume chiuso da sassi dove poter pescare, e “del Tronto” in riferimento all’omonimo fiume che bagna la località.
Da ciò comprendiamo che i fiumi, che si snodano lungo i monti dell’Appennino centrale, un tempo erano ricchi di acqua e di pesce.
(Tratto da Wikipedia)